30 dicembre 2006

Fine zero sei

Notte di fine anno,
che fine faranno queste date con lo zero sei?
Che ne sarà di me?
Che ne sarà di lei?
In fondo non vorrei avere una sfera di cristallo:
il futuro sarebbe solo un pappagallo del vetro,
un'incarnazione di un dietro le quinte.

Preferisco bere un whisky,
con i miei continui inizi,
i mie vizi poveri e stantii,
i mormorii delle tarme della madia
e il tuo falso profilo su una sedia
che ancora sorride,
scrive biglietti e manda baci
a soldati in guerra
di pace incapaci.

24 dicembre 2006

Non è Welby

Questo amore non è Welby,
che si fa staccar la spina,
quest'amore vuol soffrire,
condurre alla rovina:
c'è chi dice ci siano
un prima e un dopo
ma basta poco a smentirli,
sono lì coi loro tarli
a narrar di denaro,
di storie, di lavoro,
ma stan solo parlando di loro,
di quel filo lunghissimo
che vanno srotolando
fino a quando,
svolta la matassa,
qualcuno dirà basta:
quel giorno passeranno
davanti agli occhi
i volti di mille persone,
quel giorno le dimenticherò tutte
e finalmente
solo
il tuo nome.

16 dicembre 2006

Rosa dei venti

Rosa dei venti,
certi commenti non hanno peso:
il soffio di un angelo ti ha reso leggera,
il profumo del tempo ti ha accarezzato i capelli
e tu hai seguito la tua chimera,
hai disegnato sogni più belli:
restano spine e petali aulenti,
volanti,
lievi,
come questi commenti.

10 dicembre 2006

Non parlare di me

Non parlare di me,
che io non sono altro
che la luce d'un astro
ormai freddo.

Non parlare di me,
mi perdo in bicchieri
di amari liquori,
mi stordisco con dolori
molto migliori delle tue droghe vegetali.

Non parlare di me,
i miei canti autunnali
hanno fatto appassire più d'una foglia
ma ho oggi ho solo voglia
di spine di sole:
illuminami così, senza parole.

03 dicembre 2006

Senza il cane



Il mio amico porta il cane a spasso
dopo il collasso dei sogni,
dai falsi bisogni di carriera,
mentre la corriera si allontana sferragliando.

Torno a casa solo stasera,
il frigorifero un rombo aeroplano,
le cose da lontano sembrano più piccole,
ma è solo questione di prospettiva:
il Duomo è una mano di scheletro
ma Milano non ha feretro, è viva.

29 novembre 2006

Sguardi bugiardi

Con i tuoi sguardi bugiardi
abbiamo fatto tardi la notte,
abbiamo giocato,
pianto,
fatto a botte:
non c'erano regole
e non sono state rotte,
nemmeno quando parlavi
di lontani petardi
gettando sguardi su un futuro
che già sapevi falso.

A nulla è valso guardarsi negli occhi,
a nulla ha portato la trasparenza:
hai solo fatto violenza alla mia fantasia
che ora ferita s'aggira,
sospira,
s'imbratta di fango:
sta solo mostrando,
se ancora non sai,
che coi tuoi sguardi bugiardi
non m'hai visto mai.

21 novembre 2006

Se ogni volta (che ti penso)

E se ogni volta
ti si rompesse il cuore,
allora dovrei raccogliere
più di mille frammenti
e con pazienza infinita
ricominciare a cucirli
come se si trattasse
di un vecchio gioco
per ritornare a spezzarli,
con amore,
poco a poco.

14 novembre 2006

Tra il profumo e la bellezza

Tra il profumo e la bellezza
trascorrerò il mio tempo raffinato
con l'eleganza di chi non è mai stato bestiale,
tra il paganesimo e l'altare
lascerò girare la ruota del destino
e berrò del vino liquoroso,
sposo dell'ebrezza
e del coro degli dei:
vorrei avere vissuto
dentro i tuoi cinque sensi,
sublimarmi,
divenire ragione
ma ogni stagione ha i suoi mali:
tu per me vali mezza vita
ma l'altra metà non so più dov'è finita.

06 novembre 2006

Fin dal primo istante

Fin dal primo istante
e per quante volte ancora
la rosa che profuma,
la spina che addolora
e tutto quel cielo
che affiora sopra il mare
mentre sto a guardare
senza dire una parola:
in fondo questa è arte,
il mondo s'inchina e diparte,
grande il tuo volto
mi meraviglia,
figlia di chissà quale spuma,
madre di chissà quale dio,
il resto è stata sfortuna
che nessuno tradurrà nell'oblio
ma lasciami questo istante,
come il primo:
solo mio.

31 ottobre 2006

La salute degli altri

La salute degli altri
aumenta la tua:
bella questa teoria
detta prima di cena,
mentre un'altalena di persone
ci scorre intorno
tra lo smog che danza
e una nebbia che non cala.
Come una cicala
svelo nuovi particolari
e i fari sono tutti per lo show
e ancora viandanti,
rose e spine di ambulanti
e chissà quanti portatori di vita sana
e nuovo ossigeno nelle vene,
se per un momento dimentico,
se per un minuto sto bene.

22 ottobre 2006

Stivali verdi

Non ho uno sguardo daltonico
e mi sembra ridicolo chi si vanta d'averlo,
forse potrei comprarlo in qualche bazar marziano,
dire che amo i tuoi stivali verdi,
gli orecchini di giada,
la strada erbosa:
certo, sarebbe una bella cosa,
faciliterebbe l'esistenza
ma il dio che dispensa i colori
mi ha regalato tutte le sue ombre.
Sto dove incombe la notte,
al margine di grotte per bestie feroci:
non c'è nulla da vedere
perciò se vuoi spegni pure la lampadina,
faremo finta di godere
poi
ti chiamerò mattina.

14 ottobre 2006

Topolini bianchi

Topolini bianchi,
reduci albini di esperimenti,
piccoli occhi da trattare coi guanti:
mi manchi sai,
è come il sole che più ne hai più ne vorresti.
Questi sono i miei amici:
se dici che sono sudici inganni te stessa.

Fugge un'elefantessa all'orizzonte,
seminando impronte che nessuno seguirà,
chissà se potrai capire
nel tuo tempo distratto,
col tuo cuore leggero
e quello sguardo da gatto.

09 ottobre 2006

Nebbia francescana

In questa mattina di nebbia francescana
una fiumana di note bianche sale dalla belletta:
non c'è fretta di guarire,
voglio stare ancora col mio male
a guardare i santi trapassare,
i dannati arrancare nei pressi di un binario
e le dive da calendario sfiorire,
spettatore decadente
di un niente che diviene e si disfa,
riconquista fragile d'uno spirito arroccato,
peccato veniale liso e consumato.

Sono un malato su una sedia a dondolo
e mentre il mondo oscilla e ruota
contemplo la mia vuota misura
tra un paio di sandali e un saio,
basiliche immense
e un ubertoso vendemmiaio.

03 ottobre 2006

Un bagliore di sole

Giungi da giorni lunghi,
dove c'era un bagliore di sole
e il candore dei gigli
s'aggirava leggero tra i prati ed il cielo:
ora capisco che esisti
mentre io
non son stato mai vero.

01 ottobre 2006

Festa del paese

Festa del paese:
piove sulle chiese e sulle cimase,
passi di bimbi e d'anziani,
strani echi di tempi lontani.

In fondo la gente non cambia,
è solo lo sfondo che muta:
ogni storia è vissuta da secoli
preti, donne e personaggi ridicoli.

A parte l'asfalto,
le mantelle sono sempre le stesse
e Penelope tesse e disfa la solita trama
mentre Ulisse nel bar sta brindando.
Verso il fondo un ubriaco
a piedi nudi nel suo fango.

30 settembre 2006

Dimenticare te

Mi dimentico sempre
di dimenticare te,
è così che come una bambina impertinente
t'aggiri impunemente tra sogni e bisogni
e nei giorni più scuri
posi fiori sulla veranda dell'anima,
poi li spargi sorridendo
ed un vento gentile
li porta nel mio occhiello.

Sembra elegante la vita,
sembra quello che non è:
appassiscono i petali
e le domeniche non hanno campane,
non passa nemmeno una strega
nello specchio delle mie brame,
si sfilaccia il mio cuore
di rosso lamè:
mi scordo di tutto
ma non certo di te.

26 settembre 2006

La scrittura ai tempi del virtuale

William Talcott, poeta amico di Neal Cassidy, è morto portando via con sé la password delle email in cui conservava gran parte delle sue opere.
I figli hanno chiesto a Yahoo i dati per recuperare il materiale, ma si sono sentiti rispondere che la privacy è uguale per tutti. Forse Talcott ha sbagliato provider di posta: Yahoo è una delle città infernali di Italo Calvino, e si sa, l'inferno non restituisce mai ciò che ha preso.


Al di là dell'episodio, quello della scrittura virtuale è un tema sul quale si potrebbe dibattere a lungo. Il rapporto con la carta e la penna è ben diverso da quello con lo schermo, a cominciare dalla fisicità: il foglio è orizzontale, lo screen è verticale.
Il gesto di guardare verso il basso evoca una certa profondità introspettiva: una foto di uno scrittore chino sul foglio è certo più poetica di un'immagine di un uomo al computer e, facendo un passo in avanti, il picchiettare dei caratteri sul foglio della Royal di Hemingway è musica di fronte al silenzioso scorrere delle parole sullo schermo del pc. La penna poi è incomparabile: la stringi, la mordicchi, ti ci gratti l'orecchio.

Per quel che riguarda la scrittura come materia prodotta, poi, la freddezza del computer è risaputa. La calligrafia è una delle note più personali della persona umana. Nessun Times New Roman o Lucida sans, potrà mai raggiungere la poesia insita in una firma e gli appunti di Leonardo, scritti al contrario, sono un'opera d'arte al di là del contenuto.
O ancora, si potrebbe parlare, riguardo la scrittura a mano, del fatto di non potere tornare indietro, di non potere materialmente cancellare la parola, del comandamento scripta manent, che si imprime sul foglio di carta, una volta per sempre, nonostante la riga tirata a correzione dell'originale. Tutto ciò va perduto sullo schermo. Pensiamo all'edizione Fermo e Lucia dei Promessi Sposi: cosa ne sarebbe stato ai tempi del pc? Fisicamente, insomma, non c'è paragone.

Tutto ciò influenza i contenuti? Non più di tanto. Alle olimpiadi di Roma, nel 1960 Abebe Bikila vinse le olimpiadi senza scarpe. Nel 1964 a Tokyo bissò il successo, con le scarpe ai piedi. Il talento è talento: sa passare attraverso qualsiasi mezzo. Proviamo ad immaginare un paese dell'Africa, un piccolo di tre anni che suona il tam tam in maniera divina, un Mozart nero, di cui il mondo non verrà mai a conoscenza. Non conosce una riga di musica eppure al suo battere sui tamburi le upupe interrompono il loro canto e i rinoceronti arrestano la loro corsa furiosa. Scusate, sto divagando: saranno i colpi dei palmi bianchi sulla membrana del doun doun o forse soltanto il bussare del cuore su queste pareti troppo strette…

24 settembre 2006

Al centro del mondo

E ancora mi innamora
nell'ora che ogni sera giunge
la tua mano che stringe la mia
e ancora mi sfiora
la tua ombra leggera
ma più grave della mia fantasia
e ancora dico ancora
come se non bastasse
questa terra che gira
sempre sul tuo asse.

15 settembre 2006

L'onda del lupo

L'onda del lupo
tra il pelo ed il vizio,
l'ululare del vento
sul bordo del precipizio
mentre le volpi fanno un comizio
sul diritto dei furbi ad un nuovo editto.

Quello che dovevo dirti
l'ho scritto
e forse tu non l'hai mai letto:
il mio cielo ha il difetto di essere vero
e il mio buio è un brivido alla schiena
ma il tuo petto era la via del latte
e il tuo sedere la luna piena.

12 settembre 2006

Sotto ponti rotti

Passo le notti
sotto ponti rotti
da chi non è più qui
e resto così,
indifferente,
senza nascondermi,
a guardare le rondini che volano via
dal mio piccolo mondo
che non è altro che un'idea,
un'odissea giudea senza ritorno.

11 settembre 2006

Animali grammaticali

Animali grammaticali,
a volte bipedi,
a volte con le ali,
abituati a finali imprevisti,
modesti arrivisti di frontiera.

Una sera di queste
riprenderò le promesse
che Morgana ha tessuto per me
sulle ali della farfalla bianca,
prima che finisca l'incanto,
prima che un manto ocra
ricopra la primavera,
prima di prima,
quando prima non c'era.

07 settembre 2006

Nuova indifferenza

La tua nuova indifferenza,
comprata al banco degli squali sazi,
tra la pinna azzurra del tonno
ed il sonno nero della seppia,
è in realtà una vecchia abitudine
degli animali predatori,
divoratori di uomini e di cose
per fame, dolore e paura,
gelosi dei loro marosi,
coraggiosi di pelle
ma timorosi per natura.

04 settembre 2006

Bye bye Mr.Crocodile

Com'è che uno vive tutta la vita in mezzo ai serpenti e poi muore punto da una comunissima razza? Molti diranno che se l'è cercata. Certo, se fosse rimasto a casa in pantofole a quest'ora sarebbe ancora vivo. Ma non ce lo vedo Steve Irwin seduto su un divano con una lattina di birra evaporata, a sonnecchiare davanti all'orizzonte ristretto di un tubo catodico.

Dicono che ogni giornale abbia pronto un pezzo per l'eventuale morte di un personaggio famoso. Tale bozza di articolo si chiama "coccodrillo", in riferimento al pianto dell'animale. Ecco, adesso ogni quotidiano tirerà fuori il suo piccolo coccodrillo, poi le fauci del tempo masticheranno ogni ricordo. Ma Mr.Crocodile, dalla sponda del suo fiume a guisa di serpente, riderà anche di questo: perché lui, lasciatemelo dire, non ha mai avuto paura di niente.

01 settembre 2006

Il sonno della lepre

Ovunque io stia,
non c'è quiete:
è il sonno della lepre,
lunghe distese
e orizzonti cangianti,
sempre avanti,
muscoli scattanti
e cervello rodato,
cuore bruciato,
aerodinamica mente,
figlio di Achille e d'orologi di Dalì,
sempre indeciso tra la vita e il salmì.

29 agosto 2006

Un filo di fumo

Gerle piene di perle,
ti piacerebbe averle,
invece solo fieno
e un treno in lontananza
sopra cui danza un filo di fumo:
è il tuo desiderio
ma non dirlo a nessuno,
se ancora c'è calore
nel tuo cuore viaggiatore.

23 agosto 2006

Obelischi

E passerà anche questa estate
bianca e scarna
come una lucerna spenta
e passerà contenta di passare
come il mare che torna su di sè
e passerà come se non fosse mai arrivata,
come se fosse rimasta impigliata
in certi rami di vischiosi vischi
nel tempo immobile degli obelischi.

22 agosto 2006

Ma non parla di niente

Un'altra volta mattino:
il vino nel bicchiere è finito
e l'ultimo mito è traboccato nell'alba.

E adesso chi mi scalda?
E adesso chi mi schioda?
E adesso chi mi scruta?
Una foto muta e sorridente
che sa già tutto
ma non parla di niente.

18 agosto 2006

La città immobile

La città deserta,
modesta e abbandonata,
la città odiata,
dimenticata,
la città fondata per sbaglio
in un serraglio lontano dal mare,
la città da non raccontare,
la città che rimane a guardare,
mentre la gente corre a cercare
strade nuove per respirare,
stimoli umidi per lasciarsi innamorare,
violini e lampare,
vini divini e giare:
la città che sta,
mesta e grigia,
ad aspettare.

Finta battaglia

Il mare era una bugia azzurra,
le nuvole lingue di serpente
e tu...
forse tu non c'entravi niente:
eri solo una parola inesistente
pronunciata da una fata insolente,
scesa da una stella cadente
ad ingannare gente
che ingenuamente
si ostinava in credenze senza senso.

Stop.

Mondo denso,
melenso che si squaglia,
dipinti da guerrieri
su petti di finta battaglia.

17 agosto 2006

Regina insomniae


Era un sogno,
un ristagno della mente,
capelli e calze nere,
bisogno di avere qualcuno vicino,
e stringeva così forte da far male:
un'ossessione che non so scansare,
un nome che non si potrà incarnare,
la regina di tutte le donne
o solo la sgualdrina
di un'altra notte insonne.

15 agosto 2006

Un buon pugile

Sarei stato un buon pugile:
ho il senso dell'inutile
e prendo botte per natura
ma non ho paura,
la stortura del mio naso
non intacca il cuore:
donne vincenti
m'han lanciato il paradenti,
gangster gelosi mafiosi avvertimenti.
Sì, sarei stato un buon boxeur,
di quelli perdenti
con lo sguardo malinconico
e un desiderio cronico di menar fendenti,
avrei usato canguri per gli allenamenti,
avrei incassato i loro colpi violenti
ma prima di cadere al tappeto
gli avrei fatto i complimenti.

14 agosto 2006

Balene bianche

Tra l'orologio e il necrologio di un martire,
sfogliando le carte di una zingara mora,
chiedendo al tempo una nuova dimora
dove non stare per più di un secondo,
amando il mondo,
ma ricordando il tonfo e le palpebre stanche
di cento milioni di balene bianche.

12 agosto 2006

Pane di luna

Pane di lunaL'estro e il capestro:
tutto questo è già scritto
da tempo immemorabile
sulla parte più friabile del pane di luna.

Ho cercato nella tua pelle
quelle atmosfere che avrei voluto respirare,
ma ho sentito solo paura,
natura che cerca di sopravvivere.

Ciò che mi resta è l'ansia di scrivere,
storie di manati confusi per sirene,
sogni affondati di graffi e di schiene.

07 agosto 2006

Il nodo

In qualche isola della Papuasia
o in qualche antro di coscienza caucasica
si nasconde la soluzione
del nodo che lega uomini e stelle.

Allora ti canto una di quelle serenate tristi
che ti fanno capire
che esisti solo perchè c'è l'amore
e ancora ti racconto
la storia del demone buono
e dell'anemone profondo
e poi incanto il mondo
con una poesia di pochi versi
che rivela a una palma
quanto siamo dispersi.

06 agosto 2006

Cose serie

Le ferie?
Non saran mica cose serie:
l'uomo trasforma in miserie
opere d'arte universali
poi paga cambiali
per alberghi di creta,
un pezzo di sabbia,
un chilo di dieta.

Lavora senza una lira
rimando e limando il poeta.

03 agosto 2006

Glossario per passerotti


Un glossario per passerotti
ed un tè per i biscotti,
definizioni per piume ed ossa cave,
rotture del digiuno alle cinque di sera:
non voglio altro,
nè la malattia nè la cura,
nè coraggio nè paura.

So quanto può essere dura la vita
e la preghiera di una vergine romita
al tramonto in una stamberga
ma ovunque si perda la mia anima,
voglio soltanto un petto d'uccello,
come sospiro, preghiera pagana
in quell'attimo di vespro commosso
che tinge di rosso la mia meridiana.

28 luglio 2006

Sabbia adriatica

Sabbia adriatica:
una pozzanghera statica,
elementi di sofistica
e ritagli di gazzetta.
Troppo stretta questa terra
per trattenere i miei pensieri,
troppo basso questo mare
per sprofondare il male e le spine:
alla fine di questo asfalto
non c'è altro che la tua ombra
bionda,
rotonda,
lì dove il sole incontra la strada,
la coscienza dirada
e stremata si posa
sulla rosa anfosa
che bagnasti per me.

26 luglio 2006

Bruciano i cedri

Bruciano i cedri
ed io non ho più voglia
di mangiare e di bere.
Ma tu credi che potremo avere l'istinto della colomba?
Ma tu credi che ci appartenga?
La gente vuole solo la sua isola stupenda
e non gli importa se poi il mondo affonda.

Ho comprato un esercito di soldatini di ferro,
un generale calamita l'attenzione:
basta un magnete senza ragione
mentre una stella d'oriente va in combustione.

21 luglio 2006

Sbarre dorate

A volte ci si imprigiona
dentro sbarre d'oro
con una corona in testa
e si resta a regnare
sopra piccoli particolari
che paiono avere valore universale:
sembra di non potere diventare
più felici di così,
poi per caso si guarda fuori:
vola un colibrì,
ha i colori del cielo e del fuoco...
basta poco:
si cerca la chiave di ferro arrugginito,
si getta lo scettro,
si accarezza l'infinito.

18 luglio 2006

L'emblema

Neri mastini
in difesa di confini inesistenti
abbaiano insistenti
con i denti a tagliola
pronti a mordere la gola
di chiunque si avvicini,
bavosi, incolleriti,
mai sazi di vendetta,
disposti ad uccidere
per avere una bistecca,
avvelenati da istinti e rimorsi,
da giorni rincorsi a inseguire la vita:
si credono ai bordi
ma stanno dentro un sistema
di regolamenti balordi
di cui il ringhio è l'emblema.

08 luglio 2006

Ho te

Il tempo non mi serve più:
ho te,
tra le braccia e i sorrisi di persone
da cui ti lasci volentieri rapire,
ho te,
sulle labbra di uomini
a cui non sai dire no,
ho te,
e ti avrò per sempre,
allo stesso modo,
come un nodo che non si scioglie,
come le doglie d'una terra sempre in travaglio,
come l'abbaglio di Icaro baciato dal sole,
come un dio che, creato il tramonto,
comincia a scrivere romanzi d'amore.

07 luglio 2006

L'arte cortese

L'arte e l'artista,
la vista di Cheope
ed Edipo rimesta i pensieri:
tu non c'eri
o forse
anticipavo le mosse d'una storia
che conoscevo già a memoria.
Se ci fu gloria
ne restai escluso,
se scoccò l'ora
cambiai fuso:
si tratta di tempo
che sto perdendo,
di un geroglifico sghembo
sul foglio d'un bambino.

Forse un mattino s'aprirà uno spiraglio
ed ogni sbaglio
diverrà palese:
tutto il mondo allo sbaraglio
ed io a cantar l'amor cortese.

04 luglio 2006

Fresco improvviso

Questo fresco improvviso
è tutto per te:
ho chiesto ad un angelo
di battere forte le ali
e alle congiunzioni astrali di farsi propizie.

E domani il sole
ti illuminerà il viso
e l'orgoglio sul tuo sorriso
farà invidia all'universo intero,
da qualche parte un pensiero
correrà verso di te,
ti accarezzerà leggero,
come piuma di cherubino,
e tu sarai regina
che decide il suo destino

01 luglio 2006

In una vita parallela

C'è rumba stasera
in una vita parallela
e tu sorridi,
sfidi il mondo
e vinci.
Poi mi stringi,
come se fossi un premio,
mentre ti bacio
e disegno un cuore sopra noi,
rosso e luminoso,
più intenso di ogni colore reale.
Alzi la gonna azzurra:
non smettiamo più di ballare.

30 giugno 2006

Se cercassi di dirti

E se cercassi di dirti
quello che mi porti nell'anima
anche senza volerlo,
arriverei alla definizione del bello
in maniera più profonda
di poeti, filosofi e profeti,
ma i nostri magneti
spingono in direzione opposta
e non sai quanto mi costa
sederti accanto
con questa crosta di cuore
che non spezza l'incanto:
forse sei solo liquore
e io mi vado ubriacando.

21 giugno 2006

La mela

Chissà se quando studi
indossi ancora quegli occhiali
con la montatura spessa
che ti facevano tanto professoressa anni Settanta,
chissà se tra Churchill e Hitler
saprai ancora ridere
delle misere intenzioni
di uomini piccoli dai grandi nomi,
chissà se le emozioni
hanno una memoria muta
che scorre oltre la vita vissuta,
chissà se la mela matura
o diventa solo più rossa,
più buona, più dura.

17 giugno 2006

Marinaio sordo

Voci di fuori,
rumori,
note esteriori.

Non si vede più nemmeno una schiena
e la polena bionda della nave affonda.

Nella stiva priva di luce
un topo cieco alla deriva
traduce Euridice.

Sii felice,
o marinaio sordo,
che non si mangia terra
se si sprofonda a bordo.

11 giugno 2006

Quello che non pensi

E' quello che non pensi
che fa la differenza,
è la sostanza nascosta
la costa che non raggiungerai,
è l'amore che non trovi
l'amore che non dai.

10 giugno 2006

Finzioni estive

Finzioni estive,
derive di intenzioni prive di roccia solida.

Se ci fosse musica perenne
sintonizzerei le antenne
invece solo gracidare dai fossi,
le parole povere di Vasco Rossi
e i borbottii di giovani mossi
da fili invisibili.

Fisso con sguardo gelido
il mio quadro siberiano:
l’estate nel suo nucleo
è un gioco risibile,
lunga vita all’Opricnina
e a Ivan il Terribile.

Che strano

Che strano,
c’è chi pensa che basti una droga leggera
a realizzare quella chimera
che si chiama libertà.

Che strano,
c’è chi pensa che baciare
qualcuno dello stesso sesso
sia simbolo di progresso.

Che strano,
c’è chi alza il pugno
e tira schiaffi con l’altra mano.

Che strano,
ho visto un marocchino
che insultava un indiano.

Che strano,
ho trovato un prete
che non era cristiano.

Che strano,
dico ti amo
e nemmeno esistiamo.

04 giugno 2006

Africante

Treni e palmeti
tra il rosso del sole
e il nero dell'anima mia.

Ho sentito parlare di Africa,
è stato come morirci:
acqua profumata dai narghilè
nella rigogliosa siccità d'un deserto.

Ho aperto i miei occhi
alla Madre dei continenti:
uno sciamano rideva,
denti bianchi e wodoo.
Non restava più niente
di questi martelli pneumatici
che mi scalpellano la mente
e il verde del Congo
mi adornava l'anima.

Poi,
un Mediterraneo noioso
è esploso come quieta meteora
e Gibilterra ha riacquisito lo stretto.

Sprofondato su una poltrona
con lo sgradevole aroma di uno zampirone
mi chiedo come sia possibile
viaggiare e tornare
in un istante:
forse il segreto è nella partenza,
nella dissolvenza d'una lenta rotaia,
d'un granello di ghiaia
parente della sabbia,
nella mia ricerca d'una via di fuga
che si rivela miraggio,
alla fine,
quand'è nuda.

A Kama, che con la sua lama affilata penetrò a fondo le vie dell'essere.

28 maggio 2006

Ruvido intruglio

E quando piangevi
e quando ridevi
e quando dicevi
meno male che ci sei
era solo piuma d'airone,
canzone di menestrello,
ombrello bucato
che io ho amato,
bagnato fradicio
tra luce e sudicio,
in un ruvido intruglio
che ancora
mi graffia le mani
il petto e la gola.

25 maggio 2006

Stella viola

L'arco che precipita in mare
e le sogliole sul fondale
che si prestano al gioco:
c'è sempre un luogo per la perfetta timidezza,
c'è sempre una retta tra un punto e il silenzio.

Ai piedi d'un ara sto accendendo una stella:
è viola,
come quella che nei sogni ti compare
quando immagini un tesoro
e non sai nemmeno quanto vale.

20 maggio 2006

T'avevo sempre scrutata al buio

Tra i fiori compari
e t'avevo sempre scrutata al buio,
per un attimo sorridi
e t'avevo sempre vista triste,
ma non esiste tempo lungo per l'inganno
e già l'affanno dei pensieri
ti tinge il volto e gli occhi neri:
sono sinceri i fiori
ed appassiscono
lasciando nell'aria un profumo
che sa di ieri e di nessuno.

19 maggio 2006

Calipso

Bella,
con quegli occhi da stella del jazz
che non immortalarli sarebbe mortale.
Mi dispiace,
il mio altare è vuoto
e da tempo ormai
non gioco più con gli dei dell'Olimpo.

Ora il Fato che mi ha spinto qui
soffia lontano le mie vele
e tu non hai certo il cuore trafitto
ma in questo niente ti voglio trattenere
e allora fino a sera ti chiamerò Calipso.

Non sempre chi parte se ne va...

11 maggio 2006

Sto con gli elefanti

Io sto con gli elefanti,
io sto coi cuori affranti,
memoria degli istanti,
di denti sorridenti,
di occhi illuminati,
di vento trai capelli;
io sto con tutti quelli
che covano un dolore,
scovati dall'amore
e lasciati per la strada;
io sto con chiunque vada
e sempre si allontana:
è inutile cercare
di seguire la mia trama.

03 maggio 2006

Toppando falle

E la Speranza all'ultima stanza
incontra la nera Signora
che le chiede l'ora
ma l'ora già dispare.

Tira il vento, si tira una canna,
si tira a campare tra il male e gli osanna.

Panna rancida nel frigo
mentre gela l'ennesimo obiettivo sfuocato:
c'è chi crede d'avere dato e non ha dato mai.

Sai dov'è l'oriente? Che se lo sai risorgerai,
dentro una foglia o una farfalla,
che affogando andrai soltanto a toppare un'altra falla.

29 aprile 2006

Ussaro cialtrone

Come disse Napoleone,
un ussaro che vive più di trent'anni
è solo un cialtrone:
scavo le mie poltrone
tra un whisky e un'oliva
sognando Lady Godiva
sul cavallo bianco
o un tango mulatto
con un gatto nero e licenzioso
ma poi mi stanco anche di sognare
e vado in bagno dove guadagno in salute
e perdo in peso
e penso
che il senso di tutto questo
mi resta foresto e invasore
e bestemmio e sputo
e rutto e m'incacchio,
riprendo il mio fucile
la mia bile
e il mio colbacco.

23 aprile 2006

Piccola lucertolina

Piccola lucertolina,
il sole rovina la pelle
ma tu non credi alle favole belle:
sai che tutto finisce
e poi la coda ricresce
flessibile e ostinata.

Sei nata un anno fa
sulla spalla del cuore
e li te ne stai immobile
come un verde Dorian Gray:
sei il tempo che non si ritrova
e la vita nuova che vorrei.

18 aprile 2006

Giorno inesistente

E giunge alla fine
questo giorno che non esiste,
mentre Alessandro mira le sue conquiste,
gonfio di vino e sazio di ferite.

Non mi dite che c'è il tempo,
non mi dite che c'è il sogno:
davanti a questo tramonto
ogni ombra è un niente
e come bacio d'attore muore
questo giorno inesistente.

15 aprile 2006

Sto sotto a tutto

Chi non ha dato tutto
non ha dato ancora
e allora
lasciami qui
con la mia rosa delusa e spinosa.

Non chiedermi cosa mi fa soffrire,
non chiedermi della tigre nel petto,
nè dell'animaletto che mi sale sulla schiena:
non vale la pena entrare nelle vite altrui
per poi uscire senza cappotto,
lasciando dentro il freddo e un giradischi rotto.

Io sto sotto a tutto,
e non c'è imbarazzo:
nel mio mazzo sgualcito
ci sono picche e cuori,
tu hai solo il tuo jolly senza valori.

10 aprile 2006

Nostalgia

E le sere si rincorrono
dietro gli angoli d'autunno
come se non fosse mai tornata primavera.
Dalla ringhiera del mio terrazzo
scruto l'arazzo scuro di persiane chiuse:
certe cose lasciano un segno,
un marchio impresso tra la spalla ed il cuore.
Il monaco col suo rigore non può capire,
il filosofo e il poeta non sanno definire,
il seduttore ha troppe labbra da lambire
così
mi lascio morire sotto l'icona di Maria:
tiene stretto il Bambino e la mia nostalgia.

05 aprile 2006

Modulando frequenze

Modulando frequenze
senza sputare sentenze superflue.
Le querce stanno lì da cent'anni,
resistendo a malanni e disavventure.
Non mi parlare d'amore,
sto ascoltando altra musica,
parole non finte,
che non concedono replica,
grammofoni tinti di nota profetica.

01 aprile 2006

Non si affoga mai

Trascinando per i capelli sogni senza contorno,
lottando per inverare un giorno
da cui non si vorrà avere più ritorno,
inseguendo uno stormo di fragili gabbiani.

Anche se non mi ami più
io resto così,
non c'è niente da fare:
non si affoga mai
quando si ha dentro il mare.

24 marzo 2006

Donne sicure

Donne sicure,
piene di premure ed urgenze,
ma capaci anche fra le tempeste
di non fare sbavare l'ombretto:
meritano rispetto,
non hanno difetto palese.

Nonostante quanto detto
le manderei a tal paese.

14 marzo 2006

Rincorrendo il sogno del gatto

Rincorrendo il sogno del gatto
che di passo in passo
sogna il baratto delle sue sette vite
con una cornice dorata di resurrezione.
Sfornando pietre a forma di pane
e squame a guisa di pesce:
c'è chi ci prova ma non ci riesce
mentre a me viene naturale.

A dubitare m'ha insegnato Cartesio
e prima di lui Socrate il buono.
Lampi di magnesio
per foto in bianco e nero:
ditemi chi sono
e vi farò le fusa
prima di cominciare a graffiare
un'altra porta chiusa.

03 marzo 2006

Bella sofferenza

E del tempo indesiderato
non si trova risposta,
e del cielo rubato
non c'è nulla che resta.
Non so se questa è l'ora giusta
per parlare d'amore
ma è così,
in generale,
tanto per parlare,
pensando d'amare ancora te,
anche se l'incoscienza avanza,
con gli occhi socchiusi,
i capelli appiattiti sulla fronte,
e sul viso le impronte dello sfinimento:
a volte è bello soffrire
e ne sono contento.

27 febbraio 2006

I miei padroni

L'ora è tarda
e perfino i fantasmi russano
ma testardi mendicanti bussano alla mia porta
chiedendo di divenire miei servi.
Quale umiltà nelle loro petizioni,
quale ingenuità:
essi sono i miei padroni,
a loro m'inchino
mentre mi raccontano l'ennesimo amore
affogato in un bicchiere di vino,
mentre spero in un sole notturno
che mi tolga la nostalgia del mattino.

19 febbraio 2006

Veleno di febbraio

Piove grigio,
come se fosse fine settembre.
Vorrei dormire ma un demone scaltro
sa come colpire al cuore.

Qui è il regno della veglia,
qui si muore di fradici intenti
a volte ironici o sarcastici,
ma sempre istrici intricati e pungenti.

Il cielo è piombo
e l'anima pesante,
t'ho cercato tante volte
che nemmeno so
ma è solo acqua di febbraio,
veleno superfluo e distorto
d'un mese che Cesare
volle più corto.

17 febbraio 2006

Il mio agnello piange forte

S'è spento il sole e chi l'ha spento sei tu,
come cantano Adriano e il buon Vinicio:
tutto il resto è ramo secco
baluardo vecchio d'un meretricio.

Non ho senso del sacrificio
ma il mio agnello piange forte:
arriverà la primavera
a colorar le foglie morte
ma non sarà altro che galera
e io a dipinger finte porte.

11 febbraio 2006

Fai male alla vista

Fai male alla vista,
ogni conquista è vana:
frana l'ennesima pista,
crolla un fragile trama.

Specchio specchio,
ogni mia brama si allontana
e la squama di serpente
è un'ingrediente che non mi avvelena.

Monologo sulla scena
d'un delitto consumato,
per ridare fiato
a fantasmi bolsi.

Avrei chiesto di Dio,
invece c'eri tu,
l'abisso che l'occhio rifiuta:
già scorre un rigagnolo di fede perduta.

07 febbraio 2006

Il Gran Re dell'Universo

Un giorno
il Gran Re dell'Universo
si trovò in croce
ma non disse "Ho perso":
tenne invece ferma la voce,
non chiese conforto a chi portava danno,
pregò il Padre sanguinando:
"Perdona:
non sanno ciò che fanno"

05 febbraio 2006

La bestia di Amleto

L’essere,
il non essere:
la bestia di Amleto.
Il retro della Gioconda,
l’inganno esoterico,
il ronzio isterico del calabrone ferito;
ognuno ha il suo rito e la sua domanda,
il suo gioco e il suo dolor:
strega comanda color
ma oggi è un giorno grigio,
ligio al dovere della malinconia.
Ovunque tu sia,
tre baci e un sorriso:
un bacio per te,
un bacio per chi ti ha salvato,
uno per chi ti avrà ucciso.
Il sorriso invece è per me,
che in qualche maniera devo stare tra la gente,
muovermi,
commuovermi,
essere divertente:
insomma non scordarti
ma in maniera latente.

29 gennaio 2006

Tutto ciò che non sapete sulla storia e non avete mai osato chiedere (I)

La partenza di Colombo per le Americhe
Per festeggiare la partenza di Cristoforo Colombo per le Americhe, la Regina Isabella indisse una cena di gala a cui parteciparono tutti i nobili di Castiglia e di Aragona.
Al momento del dolce i convitati erano un po' brilli, e molti rifiutarono la portata. La Regina però, volle che le prelibatezze fatte cucinare appositamente da mastri pasticceri italiani e francesi venissero gustate fino in fondo. Chiese allora silenzio con un battito di mani, poi ordinò al "festeggiato" di dare il buon esempio.
Colombo, col naso rosso e l'alito intriso di Amontillado, si guardò intorno attonito. Pensò alla focaccia genovese o al Pan di Spagna. Poi, l'idea gli venne dal suo migliore amico: il mare. Schioccò le dita e disse "Garçon, tre creme caravel: Nina, Pinta e Santa Maria!".
Il Re Ferdinando, gonfio di Garnacha, alzando il calice esclamò "Olè". E mai brindisi fu più propizio.

24 gennaio 2006

Aquilone di seta

E scivoli dalle mani
come rena sottile.
Gira la clessidra:
ciò che si può dire sul tempo
lo stiamo già perdendo.
Cerco di te,
tra le pagine della notte,
tra le filastrocche del mare.
Cerco di te,
per ritrovare
quel pezzo di me che sapeva amare,
ma liquide rimpiccioliscono le ore,
il liquore nel calice cala,
il vento sfila una spola:
c'è un aquilone di seta
che impalpabile vola.

21 gennaio 2006

Come aragoste

Perché le aragoste sono rosse
come il sangue ricco di ossigeno?
Perché mangiarle è un vizio poco economico?
Domande che girano nella testa e nello stomaco
mentre succhio una chela che avrà esplorato chissà quali fondali.
Forse se ci fossero animali superiori che si nutrissero di uomini
saremmo migliori,
meno tragici,
meno comici:
danzeremmo sul giusto mezzo
e abbandonando le mollezze
acquisiremmo la profondità ed il carattere coriaceo,
lucido ma semplice,
d’un vermiglio crostaceo.

15 gennaio 2006

Gettando parole al vento

Io non viaggio molto,
però ascolto l'eco del vento
e lo sento bene,
molto meglio di certi finti navigatori:
sono spesso fuori di me
e quando mi guardo negli occhi
leggo storie da romanzo,
e non sono mai stanco di leggerle
e non sono mai stanco di scriverle
e di gettarle al vento
che sa condividerle.

10 gennaio 2006

La distrazione

La distrazione è un'emozione arancione
che estrae bussolotti a casaccio.
Scaccio a volte anche gli spiriti maligni
ma la distrazione
maschera contingenze da bisogni
o limpide pienezze da difetto.
Ormai è troppo tardi:
non ascolto più,
non ricordo ciò che hai detto;
accozzaglia di volti e di cose,
le basi sono erose,
svolazzo come un angioletto:
ma cos'è questa poesia?
Non lo so più
e allora
smetto.

07 gennaio 2006

Inquietudini intense

Storie prevedibili,
aereoplani in atterraggio,
un paggio suona la sua tiritera:
è tutto così
sin dai tempi di Atene,
ma a volte conviene tenersi il sogno
e lasciare al mondo la realtà,
la minestra, il sofà e la televisione.
Ci sono persone
nate per le altezze e gli abissi,
sono quasi clandestine,
tengono spesso gli occhi bassi:
non sono vincenti,
raramente contente,
nulla di coerente attraversa la loro vita.
Nessun aedo canta la loro perfida fortuna
e io son solo uno che guarda
senza colmar questa lacuna.