04 giugno 2006

Africante

Treni e palmeti
tra il rosso del sole
e il nero dell'anima mia.

Ho sentito parlare di Africa,
è stato come morirci:
acqua profumata dai narghilè
nella rigogliosa siccità d'un deserto.

Ho aperto i miei occhi
alla Madre dei continenti:
uno sciamano rideva,
denti bianchi e wodoo.
Non restava più niente
di questi martelli pneumatici
che mi scalpellano la mente
e il verde del Congo
mi adornava l'anima.

Poi,
un Mediterraneo noioso
è esploso come quieta meteora
e Gibilterra ha riacquisito lo stretto.

Sprofondato su una poltrona
con lo sgradevole aroma di uno zampirone
mi chiedo come sia possibile
viaggiare e tornare
in un istante:
forse il segreto è nella partenza,
nella dissolvenza d'una lenta rotaia,
d'un granello di ghiaia
parente della sabbia,
nella mia ricerca d'una via di fuga
che si rivela miraggio,
alla fine,
quand'è nuda.

A Kama, che con la sua lama affilata penetrò a fondo le vie dell'essere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

basta questo:
"il segreto è nella partenza,
nella dissolvenza d'una lenta rotaia"

ciao
kama