30 dicembre 2006

Fine zero sei

Notte di fine anno,
che fine faranno queste date con lo zero sei?
Che ne sarà di me?
Che ne sarà di lei?
In fondo non vorrei avere una sfera di cristallo:
il futuro sarebbe solo un pappagallo del vetro,
un'incarnazione di un dietro le quinte.

Preferisco bere un whisky,
con i miei continui inizi,
i mie vizi poveri e stantii,
i mormorii delle tarme della madia
e il tuo falso profilo su una sedia
che ancora sorride,
scrive biglietti e manda baci
a soldati in guerra
di pace incapaci.

24 dicembre 2006

Non è Welby

Questo amore non è Welby,
che si fa staccar la spina,
quest'amore vuol soffrire,
condurre alla rovina:
c'è chi dice ci siano
un prima e un dopo
ma basta poco a smentirli,
sono lì coi loro tarli
a narrar di denaro,
di storie, di lavoro,
ma stan solo parlando di loro,
di quel filo lunghissimo
che vanno srotolando
fino a quando,
svolta la matassa,
qualcuno dirà basta:
quel giorno passeranno
davanti agli occhi
i volti di mille persone,
quel giorno le dimenticherò tutte
e finalmente
solo
il tuo nome.

16 dicembre 2006

Rosa dei venti

Rosa dei venti,
certi commenti non hanno peso:
il soffio di un angelo ti ha reso leggera,
il profumo del tempo ti ha accarezzato i capelli
e tu hai seguito la tua chimera,
hai disegnato sogni più belli:
restano spine e petali aulenti,
volanti,
lievi,
come questi commenti.

10 dicembre 2006

Non parlare di me

Non parlare di me,
che io non sono altro
che la luce d'un astro
ormai freddo.

Non parlare di me,
mi perdo in bicchieri
di amari liquori,
mi stordisco con dolori
molto migliori delle tue droghe vegetali.

Non parlare di me,
i miei canti autunnali
hanno fatto appassire più d'una foglia
ma ho oggi ho solo voglia
di spine di sole:
illuminami così, senza parole.

03 dicembre 2006

Senza il cane



Il mio amico porta il cane a spasso
dopo il collasso dei sogni,
dai falsi bisogni di carriera,
mentre la corriera si allontana sferragliando.

Torno a casa solo stasera,
il frigorifero un rombo aeroplano,
le cose da lontano sembrano più piccole,
ma è solo questione di prospettiva:
il Duomo è una mano di scheletro
ma Milano non ha feretro, è viva.