21 dicembre 2005

Un attimo di nero

Anche nelle cose più belle
c’è un attimo di nero,
non si coglie mai l'essere puro:
il cavaliere senza macchia è lordo di paura,
la natura crea tarantole,
Petrucciani suonava
ma è bastato un bacillo
a imprimere il sigillo sulle sue dita lunghissime.
Potrei pensare a reincarnazioni prossime,
all’estasi,
al karma,
ma anche l’oriente si disarma facilmente.
Se tutto questo fosse sogno
anche dormire sarebbe un supplizio.
Nel sottile interstizio tra il presente e l’eterno
scorre scurrile petrolio:
a volte anch’io voglio credere che non ci sia,
che non lasci traccia,
che scivoli via,
ma poi di ogni faccia
la più sporca è la mia.

La sola prole

E' inutile cercar parole
per descrivere paesaggi mai visti:
l'emozione è la mia sola prole
e tu, sorella, non esisti.

15 dicembre 2005

Ostinata ginestra

La passione per il sigaro cubano,
la mano degli infedeli,
la cipria di vecchie meretrici,
le cornici incupite di paesaggi solari:
sali sulla giostra
o resti sul vulcano
come un'ostinata ginestra
persa tra una finestra di ricordi
e un porta dal futuro incerto?
Fai presto
che il tempo è come la lava:
quando si raffredda s'indurisce
e di tutti quei sogni roventi che regala Venere
resta solo un lapillo spento
trasformato in portacenere.

11 dicembre 2005

Non ridi mai

Non ridi mai
ma amare considerazioni non ne fai:
sul tuo piedistallo ti limiti a puntare il dito
contro un mondo che hai lasciato marcire.
Non sai nemmeno rinnegare,
solo annegare in universi alternativi,
attraenti luccicori,
musiche per cori di eumenidi,
intrepidi fumi benefici.
Non ridi mai,
lascia stare:
sei già troppo artificiale così,
non ti serve piegare le labbra
in semitoni d'allegra sinfonia
se la tua arpa è una cornice dorata
senza corde d'ironia.

Cacciatori di taglie

Cacciatori di taglie
impigliati tra le maglie
di storie sbagliate,
disposti a tutto
per trovare un farabutto
peggiore di loro.
E' uno sporco lavoro
per una sporca giustizia,
è una perfida malizia
tra la polvere e il diavolo.
E poi whisky, tabacco,
giocate al tavolo,
fugaci scopate tra treno e diligenza,
speroni sprecati per un'altra ricompensa.

04 dicembre 2005

Fiori a Hiroshíma

Fiori a Hiroshíma,
come prima della bomba,
come prima dell'Impero.
Forse cogliamo il vero solo grazie alla distanza,
forse non abbiamo facce da primo piano,
forse siamo solo spezzoni da anteprima:
però che bei colori,
quei fiori ad Hiroshíma.

Tra passi nella notte

Tre passi
nella notte
gridando il nome di persone lontanissime,
tre passi
tra le prossime lune
mentre la neve forma dune bianche
che nulla scalfisce.
Chi non capisce il gelo
forse vive meglio:
si lascia coccolare
da un calore artificiale,
fatto di luci e vademecum per l'oblio.
Io
sto congelando,
il volto bianco e il sangue solidificato,
io ho sbagliato mondo,
ormai non lo nascondo più.
Aghi di neve aguzza,
non c'è pietruzza che accenda una stella:
Dio, com'è bella questa notte
d'argento e di botte al cuore,
di gelo e dimenticanza,
Dio, come si vive
quando non si vive abbastanza.