27 febbraio 2006

I miei padroni

L'ora è tarda
e perfino i fantasmi russano
ma testardi mendicanti bussano alla mia porta
chiedendo di divenire miei servi.
Quale umiltà nelle loro petizioni,
quale ingenuità:
essi sono i miei padroni,
a loro m'inchino
mentre mi raccontano l'ennesimo amore
affogato in un bicchiere di vino,
mentre spero in un sole notturno
che mi tolga la nostalgia del mattino.

19 febbraio 2006

Veleno di febbraio

Piove grigio,
come se fosse fine settembre.
Vorrei dormire ma un demone scaltro
sa come colpire al cuore.

Qui è il regno della veglia,
qui si muore di fradici intenti
a volte ironici o sarcastici,
ma sempre istrici intricati e pungenti.

Il cielo è piombo
e l'anima pesante,
t'ho cercato tante volte
che nemmeno so
ma è solo acqua di febbraio,
veleno superfluo e distorto
d'un mese che Cesare
volle più corto.

17 febbraio 2006

Il mio agnello piange forte

S'è spento il sole e chi l'ha spento sei tu,
come cantano Adriano e il buon Vinicio:
tutto il resto è ramo secco
baluardo vecchio d'un meretricio.

Non ho senso del sacrificio
ma il mio agnello piange forte:
arriverà la primavera
a colorar le foglie morte
ma non sarà altro che galera
e io a dipinger finte porte.

11 febbraio 2006

Fai male alla vista

Fai male alla vista,
ogni conquista è vana:
frana l'ennesima pista,
crolla un fragile trama.

Specchio specchio,
ogni mia brama si allontana
e la squama di serpente
è un'ingrediente che non mi avvelena.

Monologo sulla scena
d'un delitto consumato,
per ridare fiato
a fantasmi bolsi.

Avrei chiesto di Dio,
invece c'eri tu,
l'abisso che l'occhio rifiuta:
già scorre un rigagnolo di fede perduta.

07 febbraio 2006

Il Gran Re dell'Universo

Un giorno
il Gran Re dell'Universo
si trovò in croce
ma non disse "Ho perso":
tenne invece ferma la voce,
non chiese conforto a chi portava danno,
pregò il Padre sanguinando:
"Perdona:
non sanno ciò che fanno"

05 febbraio 2006

La bestia di Amleto

L’essere,
il non essere:
la bestia di Amleto.
Il retro della Gioconda,
l’inganno esoterico,
il ronzio isterico del calabrone ferito;
ognuno ha il suo rito e la sua domanda,
il suo gioco e il suo dolor:
strega comanda color
ma oggi è un giorno grigio,
ligio al dovere della malinconia.
Ovunque tu sia,
tre baci e un sorriso:
un bacio per te,
un bacio per chi ti ha salvato,
uno per chi ti avrà ucciso.
Il sorriso invece è per me,
che in qualche maniera devo stare tra la gente,
muovermi,
commuovermi,
essere divertente:
insomma non scordarti
ma in maniera latente.