26 novembre 2007

Non voglio vendere

Non voglio vendere niente,
il commercio è un lercio contratto
stipulato sui sogni della gente.
Oggi al mercato un non vedente
ha teso la mano:
"vi prego
vi prego"
e qualcuno impietosito ha lasciato una moneta;
io ho seguito un gatto
tra lische di branzino:
l'ho visto ingozzarsi,
rizzare il pelo,
soffocare.
Meglio tornare a casa,
è un giorno grigio e mortifero:
ho spento il frigorifero
e acceso dentro un cero
rubato all'albanese
che custodisce il cimitero.

15 novembre 2007

L'urgenza d'un altro

Se ci fosse un momento di pace
sarei forse capace
di durare più d'un attimo
ma questo orologio
è un giocattolo al veleno:
scremo quattro foto
e accarezzo un cane,
non ho genziane
né animali primordiali,
scorrono persone e telegiornali,
mi dissolvo
nell'occhio nero d'un corvo,
nel silenzio curvo d'un vecchio addormentato;
qui mi hai trovato
ma non ci sono già più:
è l'urgenza d'un altro,
non sono io,
non sei tu.

07 novembre 2007

Dai balocchi che stringi

Devi essere di plastica o di vetro:
lo noto dagli occhi,
dai balocchi che stringi sul petto,
dalla totale assenza di un difetto palese.
Dovessi trovarti tra un mese
saresti uguale,
nell'identica posizione:
un maninchino maniacale alla stazione del metrò
però, forse, ti vedrei in maniera diversa,
una bambina sommersa di marche e profumo,
piena di cose
ma di uomini nessuno.