Potevi passare,
in fondo è Natale
ma tu hai paura dei tuoni
e la vita è un temporale.
Potevi passare,
tra il bene ed il male,
tra la polvere e l'altare.
Potevi rischiare
in questo tempo in cui tutti
fanno finta di amare.
Potevi passare
come stella cometa
stanca di girare.
Potevi passare
e invece hai detto basta:
così non sei passata,
così tu sei rimasta.
Questi testi sono scritti da me. Sono libere interpretazioni, scritture filosofiche, narrazioni e poesie. Piccole pillole di vita a volte inutili, come la vita stessa, a volte belle, come il sogno ci insegna.
25 dicembre 2007
17 dicembre 2007
L'arte della velocità
L'arte della velocità
non ha albergo nella mia città privata
dove la bella addormentata sogna tartarughe,
dove ogni rosa ha la sua nube
per svegliarsi bagnata al mattino
a regalare profumo a un bambino
che quando ride del caso
sta tracciando un destino.
non ha albergo nella mia città privata
dove la bella addormentata sogna tartarughe,
dove ogni rosa ha la sua nube
per svegliarsi bagnata al mattino
a regalare profumo a un bambino
che quando ride del caso
sta tracciando un destino.
10 dicembre 2007
Figlio d'uno sbadiglio
Chissà se sono il figlio d'uno sbadiglio
o d'un'eterna passione,
chissà se il mio nome è la punta d'una stella
o l'angolo acuto della ragione,
chissà perchè le persone nascono
e cercano una benedizione
quasi sentissero la colpa della luce,
l'illuminazione che induce
ad un senso d'inadeguata materia
o se invece la nostra ricchezza
è la purezza di questa miseria.
o d'un'eterna passione,
chissà se il mio nome è la punta d'una stella
o l'angolo acuto della ragione,
chissà perchè le persone nascono
e cercano una benedizione
quasi sentissero la colpa della luce,
l'illuminazione che induce
ad un senso d'inadeguata materia
o se invece la nostra ricchezza
è la purezza di questa miseria.
26 novembre 2007
Non voglio vendere
Non voglio vendere niente,
il commercio è un lercio contratto
stipulato sui sogni della gente.
Oggi al mercato un non vedente
ha teso la mano:
"vi prego
vi prego"
e qualcuno impietosito ha lasciato una moneta;
io ho seguito un gatto
tra lische di branzino:
l'ho visto ingozzarsi,
rizzare il pelo,
soffocare.
Meglio tornare a casa,
è un giorno grigio e mortifero:
ho spento il frigorifero
e acceso dentro un cero
rubato all'albanese
che custodisce il cimitero.
il commercio è un lercio contratto
stipulato sui sogni della gente.
Oggi al mercato un non vedente
ha teso la mano:
"vi prego
vi prego"
e qualcuno impietosito ha lasciato una moneta;
io ho seguito un gatto
tra lische di branzino:
l'ho visto ingozzarsi,
rizzare il pelo,
soffocare.
Meglio tornare a casa,
è un giorno grigio e mortifero:
ho spento il frigorifero
e acceso dentro un cero
rubato all'albanese
che custodisce il cimitero.
15 novembre 2007
L'urgenza d'un altro
Se ci fosse un momento di pace
sarei forse capace
di durare più d'un attimo
ma questo orologio
è un giocattolo al veleno:
scremo quattro foto
e accarezzo un cane,
non ho genziane
né animali primordiali,
scorrono persone e telegiornali,
mi dissolvo
nell'occhio nero d'un corvo,
nel silenzio curvo d'un vecchio addormentato;
qui mi hai trovato
ma non ci sono già più:
è l'urgenza d'un altro,
non sono io,
non sei tu.
sarei forse capace
di durare più d'un attimo
ma questo orologio
è un giocattolo al veleno:
scremo quattro foto
e accarezzo un cane,
non ho genziane
né animali primordiali,
scorrono persone e telegiornali,
mi dissolvo
nell'occhio nero d'un corvo,
nel silenzio curvo d'un vecchio addormentato;
qui mi hai trovato
ma non ci sono già più:
è l'urgenza d'un altro,
non sono io,
non sei tu.
07 novembre 2007
Dai balocchi che stringi
Devi essere di plastica o di vetro:
lo noto dagli occhi,
dai balocchi che stringi sul petto,
dalla totale assenza di un difetto palese.
Dovessi trovarti tra un mese
saresti uguale,
nell'identica posizione:
un maninchino maniacale alla stazione del metrò
però, forse, ti vedrei in maniera diversa,
una bambina sommersa di marche e profumo,
piena di cose
ma di uomini nessuno.
lo noto dagli occhi,
dai balocchi che stringi sul petto,
dalla totale assenza di un difetto palese.
Dovessi trovarti tra un mese
saresti uguale,
nell'identica posizione:
un maninchino maniacale alla stazione del metrò
però, forse, ti vedrei in maniera diversa,
una bambina sommersa di marche e profumo,
piena di cose
ma di uomini nessuno.
23 ottobre 2007
Colore macaone
Collerici istinti
tinti di rosso e viola,
le farfalle fanno la spola
tra l'inverno e l'inferno:
ogni crisalide è un perno di vita,
ogni margherita un'alternativa d'amore
e di nuovo rabbia, rancore senza nome,
giallo e nero, colore macaone:
l'ennesima fragile cura
a cui spunta un pungiglione.
tinti di rosso e viola,
le farfalle fanno la spola
tra l'inverno e l'inferno:
ogni crisalide è un perno di vita,
ogni margherita un'alternativa d'amore
e di nuovo rabbia, rancore senza nome,
giallo e nero, colore macaone:
l'ennesima fragile cura
a cui spunta un pungiglione.
09 ottobre 2007
Occhi d'ardesia
Occhi d'ardesia,
la vita si soppesa con gli sguardi:
tu non puoi avermi
e viceversa,
così l'esistenza sembra persa
tra le gesta d'un cavaliere di cartone
e la ragione d'uno scienziato malato
ma io t'ho amato fino in fondo
anche se solo per un secondo:
nella notte delle tue stelle nere
mi son lasciato cadere a precipizio,
veloce fino alla fine del mondo,
tanto veloce da tornare all'inizio.
la vita si soppesa con gli sguardi:
tu non puoi avermi
e viceversa,
così l'esistenza sembra persa
tra le gesta d'un cavaliere di cartone
e la ragione d'uno scienziato malato
ma io t'ho amato fino in fondo
anche se solo per un secondo:
nella notte delle tue stelle nere
mi son lasciato cadere a precipizio,
veloce fino alla fine del mondo,
tanto veloce da tornare all'inizio.
25 settembre 2007
L'ultimo mozzicone
E' rimasta una sigaretta
consumata in fretta sul balcone:
sale il tuo nome in un filo di fumo
mentre intorno l'universo scricchiola.
Addormento la mia piccola mente,
addormento le mie piccole dita,
mi ricordi che l'ambra della fiala
è da tempo svanita:
cerco invano un'insana ragione
ma di tutto l'amore che hai dato
hai spento anche il mozzicone.
consumata in fretta sul balcone:
sale il tuo nome in un filo di fumo
mentre intorno l'universo scricchiola.
Addormento la mia piccola mente,
addormento le mie piccole dita,
mi ricordi che l'ambra della fiala
è da tempo svanita:
cerco invano un'insana ragione
ma di tutto l'amore che hai dato
hai spento anche il mozzicone.
14 settembre 2007
Contessa triste
Le pillole in fila
sull'orlo della tazza
meditano il suicidio.
Forse è ora di tornare alla vita,
di regalare qualcosa a te stessa:
non esiste contessa triste
che non sia ancora capace d'amore;
indossa il vestito migliore
ma tieni le scarpe basse,
la tua classe non ha bisogno di trucchi:
ballerai sopra tutti
come farfalla dorata,
fragile e preziosa,
di nobiltà bardata.
sull'orlo della tazza
meditano il suicidio.
Forse è ora di tornare alla vita,
di regalare qualcosa a te stessa:
non esiste contessa triste
che non sia ancora capace d'amore;
indossa il vestito migliore
ma tieni le scarpe basse,
la tua classe non ha bisogno di trucchi:
ballerai sopra tutti
come farfalla dorata,
fragile e preziosa,
di nobiltà bardata.
31 agosto 2007
E anche tu vai via
Un fulmine pugnala l'estate
fatta di serate uguali:
repliche su tutti i canali,
animali a caccia di tartufo
e qualche gufo a sentenziare su un ramo.
E' strano:
tutta questa agonia
e anche tu vai via come gli stormi,
mi lascerai giorni finti
convinti di esistere
da strani orologi
e inutili passeggiate d'autunno
lungo il corso d'un naviglio in frantumi;
accenderò fumi come gli indiani
ma saranno solo segnali trasparenti,
invisibili frammenti di vetro
sotto qualche cielo insanguinato,
timidezza palese
d'un uomo sbagliato.
fatta di serate uguali:
repliche su tutti i canali,
animali a caccia di tartufo
e qualche gufo a sentenziare su un ramo.
E' strano:
tutta questa agonia
e anche tu vai via come gli stormi,
mi lascerai giorni finti
convinti di esistere
da strani orologi
e inutili passeggiate d'autunno
lungo il corso d'un naviglio in frantumi;
accenderò fumi come gli indiani
ma saranno solo segnali trasparenti,
invisibili frammenti di vetro
sotto qualche cielo insanguinato,
timidezza palese
d'un uomo sbagliato.
24 agosto 2007
Ogni costellazione
La tortura della goccia,
la vergine della roccia,
l'uomo che straccia una pergamena:
mi ricordo la luna piena
e un mio stupido commento,
tu che ti stavi allontanando
e un quanto che tornava indietro nel tempo.
Mi sento fragile,
instabile, provvisorio:
il Direttorio emette sentenze
e le teste cadono
una dopo l'altra.
Qualcuno esalta l'uguaglianza,
un diavolo nero danza in cattedrale,
il bene, il male,
un battesimo, un funerale:
si comincia col sale,
si finisce col vento;
non è un lamento,
solo amara constatazione:
ogni costellazione ha il suo tormento
e un mito dal quale prende nome.
10 agosto 2007
Primo comandamento
Credevo di non riconoscerti più
invece eri tu
a debita distanza
come i giochi sulle mensole
nella stanza di un cugino
primo comandamento
ama
ma non è facile stare su una lama
senza scivolare
c'era un soldatino blu
che suonava un tamburello
c'era già quello che sento adesso
tutto il resto è un compromesso
tra la realtà ed il tempo
significa solo che sto vivendo
decifrando la tua figura lontana
e ancora quella voce da dentro
primo comandamento
ama
invece eri tu
a debita distanza
come i giochi sulle mensole
nella stanza di un cugino
primo comandamento
ama
ma non è facile stare su una lama
senza scivolare
c'era un soldatino blu
che suonava un tamburello
c'era già quello che sento adesso
tutto il resto è un compromesso
tra la realtà ed il tempo
significa solo che sto vivendo
decifrando la tua figura lontana
e ancora quella voce da dentro
primo comandamento
ama
09 agosto 2007
Gonne spaziose
Gonne spaziose,
rose brune:
l'amore ha un costume
ampio e scuro.
Ho nutrito il mio futuro
di speranze e danze malinconiche,
affascinato dai perdenti,
dalle loro tragicomiche storie;
ora gioco con le scorie d'un limone
in un'aspra stazione
dove ogni giorno passa un treno di meno
ma oggi sono pieno del tuo profumo
e delle tue pieghe,
di tutto quello che guardi
e che ti scorre nelle vene,
che se avessi il coraggio di parlarti
ti direi solo:
ti voglio bene.
rose brune:
l'amore ha un costume
ampio e scuro.
Ho nutrito il mio futuro
di speranze e danze malinconiche,
affascinato dai perdenti,
dalle loro tragicomiche storie;
ora gioco con le scorie d'un limone
in un'aspra stazione
dove ogni giorno passa un treno di meno
ma oggi sono pieno del tuo profumo
e delle tue pieghe,
di tutto quello che guardi
e che ti scorre nelle vene,
che se avessi il coraggio di parlarti
ti direi solo:
ti voglio bene.
02 agosto 2007
Pugni agli orsi
Sei sempre quella
che tirava pugni agli orsi:
proporsi in altri abiti
non è sensato,
risparmia il fiato
e alza la guardia:
cola miele di battaglia,
ora della distruzione,
puoi bruciar code di paglia
e bontà di professione.
che tirava pugni agli orsi:
proporsi in altri abiti
non è sensato,
risparmia il fiato
e alza la guardia:
cola miele di battaglia,
ora della distruzione,
puoi bruciar code di paglia
e bontà di professione.
22 luglio 2007
Una tedesca a Rimini
Chi ha detto che a Rimini non ci sono più le tedesche? Torniamo dalla disco io e Rob. Lui ha esagerato con l'angelo azzurro, io ho fatto solo qualche tuffo nel mojito. Per questo lo tengo sotto braccio e lo porto a peso in albergo. Lo appoggio al muro giusto per il tempo di aprire la porta, poi lo ricarico sulle spalle e penso che Rob è falso magro: scarico i suoi settanta chili a pancia in giù sul letto.
Ho lasciato la porta aperta: sento un mugolio provenire dalla stanza di fronte. Sembra una voce femminile. Metto fuori la testa: non è un mugolio, è un canto. Sì, un canto senza parole, una melodia vocale o come cacchio si dice… non mi intendo di musica.
Non riesco a resistere, abbasso la maniglia: tonfo al cuore, è aperto. C'è un tappeto blu nella stanza. Ci sono delle macchie per terra, forse acqua, forse whisky. Conducono alla camera da bagno. Forse la canterina si è appena fatta la doccia ed è tornata ad asciugarsi. Forse era uscita dal bagno solo per aprire la porta. Mi guardo nello specchio del soggiorno: sto sorridendo come Belzebù.
Mi avvicino barcollando in punta di piedi, un po' per la fatica, un po' per gli effetti del mojito e appoggio l'occhio alla serratura. Lei canta ancora. E' nella vasca, sommersa dal bagno schiuma. Bionda, diafana, occhi azzurri. Il resto è sotto. Una visione da non reggersi in piedi ed infatti faccio per rialzarmi ma perdo l'equilibrio, casco in avanti, mi aggrappo alla maniglia e… sono dentro.
Lei mi guarda, senza smettere di cantare. Emette delle vocali che mi entrano dalle orecchie, fanno un giro nel cervello e poi si mischiano direttamente al sangue. E' tedesca. Sì, sì. Ho deciso che è tedesca. Forse è svedese, ma non importa. Stanotte volevo incontrare una tedesca e il genio dei desideri che gira tra le luci e le ombre di Rimini è stato generoso con me.
Lei fa segno col dito di avvicinarmi, ma è un gesto superfluo: sono già nella vasca, vestito e con le labbra incollate alle sue. Ma basta poco a sentire qualcosa di viscido e scivoloso in mezzo alle mie gambe. So già cosa state pensando, ma non è quello, per fortuna. Si tratta della coda. E' una sirena, una sirena del Nord. Mi volto e vedo la sua estremità a forma di merluzzo. Ecco cosa sono quelle tracce d'acqua nel corridoio: è venuta su dal mare per farsi un bagno nella finta Jacuzzi.
Scoperta, lei salta fuori dalla vasca, striscia verso il corridoio e se la fila. Io la inseguo, ma scivolo almeno tre volte. La raggiungo sulla spiaggia. Lei si tuffa nel mare. Mi butto anche io. L'acqua è bassa e annaspo ad ogni passo. Lei invece riesce già a nuotare. Non c'è partita. Ora nuoto anche io, ma sono troppo lento. Lei se ne va e ricomincia a cantare, come se niente fosse.
Io intanto mi sento svenire, poi sento i polmoni riempirsi d'acqua, poi sento una mano: è Rob. Mi guarda con aria compassionevole. Sono nella vasca, vestito, con le sigarette fradice nel taschino. Ho un attimo di sbandamento, per darmi un tono tiro fuori il pacchetto e chiedo un accendino. Mentre Rob va a prendere le sue paglie, mi accorgo che sul mio pacchetto c'è un riflesso argentato: una squama grossa come l'unghia di un pollice. Quando Rob torna con la sigaretta accesa per offrirmela, lo guardo dritto negli occhi e gli faccio: "Questa è l’ultima volta, giuro, che vengo a Rimini senza le pinne!"
Ho lasciato la porta aperta: sento un mugolio provenire dalla stanza di fronte. Sembra una voce femminile. Metto fuori la testa: non è un mugolio, è un canto. Sì, un canto senza parole, una melodia vocale o come cacchio si dice… non mi intendo di musica.
Non riesco a resistere, abbasso la maniglia: tonfo al cuore, è aperto. C'è un tappeto blu nella stanza. Ci sono delle macchie per terra, forse acqua, forse whisky. Conducono alla camera da bagno. Forse la canterina si è appena fatta la doccia ed è tornata ad asciugarsi. Forse era uscita dal bagno solo per aprire la porta. Mi guardo nello specchio del soggiorno: sto sorridendo come Belzebù.
Mi avvicino barcollando in punta di piedi, un po' per la fatica, un po' per gli effetti del mojito e appoggio l'occhio alla serratura. Lei canta ancora. E' nella vasca, sommersa dal bagno schiuma. Bionda, diafana, occhi azzurri. Il resto è sotto. Una visione da non reggersi in piedi ed infatti faccio per rialzarmi ma perdo l'equilibrio, casco in avanti, mi aggrappo alla maniglia e… sono dentro.
Lei mi guarda, senza smettere di cantare. Emette delle vocali che mi entrano dalle orecchie, fanno un giro nel cervello e poi si mischiano direttamente al sangue. E' tedesca. Sì, sì. Ho deciso che è tedesca. Forse è svedese, ma non importa. Stanotte volevo incontrare una tedesca e il genio dei desideri che gira tra le luci e le ombre di Rimini è stato generoso con me.
Lei fa segno col dito di avvicinarmi, ma è un gesto superfluo: sono già nella vasca, vestito e con le labbra incollate alle sue. Ma basta poco a sentire qualcosa di viscido e scivoloso in mezzo alle mie gambe. So già cosa state pensando, ma non è quello, per fortuna. Si tratta della coda. E' una sirena, una sirena del Nord. Mi volto e vedo la sua estremità a forma di merluzzo. Ecco cosa sono quelle tracce d'acqua nel corridoio: è venuta su dal mare per farsi un bagno nella finta Jacuzzi.
Scoperta, lei salta fuori dalla vasca, striscia verso il corridoio e se la fila. Io la inseguo, ma scivolo almeno tre volte. La raggiungo sulla spiaggia. Lei si tuffa nel mare. Mi butto anche io. L'acqua è bassa e annaspo ad ogni passo. Lei invece riesce già a nuotare. Non c'è partita. Ora nuoto anche io, ma sono troppo lento. Lei se ne va e ricomincia a cantare, come se niente fosse.
Io intanto mi sento svenire, poi sento i polmoni riempirsi d'acqua, poi sento una mano: è Rob. Mi guarda con aria compassionevole. Sono nella vasca, vestito, con le sigarette fradice nel taschino. Ho un attimo di sbandamento, per darmi un tono tiro fuori il pacchetto e chiedo un accendino. Mentre Rob va a prendere le sue paglie, mi accorgo che sul mio pacchetto c'è un riflesso argentato: una squama grossa come l'unghia di un pollice. Quando Rob torna con la sigaretta accesa per offrirmela, lo guardo dritto negli occhi e gli faccio: "Questa è l’ultima volta, giuro, che vengo a Rimini senza le pinne!"
15 luglio 2007
Madido madido
E allora madido madido
un cielo sempre più ruvido
e se ti senti anche stupido
il mare sembra più lucido
non t'ho mai chiesto dell'attimo
del cuore oltre l'ostacolo
del respirar d'un miracolo
del saltellar d'un trabiccolo
chiamami ridicolo
chiamami ridicolo
mi sento sempre più piccolo
mi sto sciogliendo in un rivolo
un cielo sempre più ruvido
e se ti senti anche stupido
il mare sembra più lucido
non t'ho mai chiesto dell'attimo
del cuore oltre l'ostacolo
del respirar d'un miracolo
del saltellar d'un trabiccolo
chiamami ridicolo
chiamami ridicolo
mi sento sempre più piccolo
mi sto sciogliendo in un rivolo
09 luglio 2007
Campioni del mondo
Siamo campioni del mondo
ed io sprofondo tra le pieghe d'un divano
mentre fuori c'è la luna o forse il sole.
Siamo campioni di parole ed esaltazioni,
siamo i migliori tra milioni di milioni.
Ma tu li conosci quei santoni
che vivono dieci anni su un palo senza mangiare?
Ma tu credi che il rigore
sia solo un calcio da tirare?
Ma tu che sai dribblare tutte queste domande,
perchè non consulti una chiromante
e sciogli i miei dubbi di trionfo,
perchè non spingi la mia galea col vento in poppa,
perchè non mi versi altro vino nella coppa?
ed io sprofondo tra le pieghe d'un divano
mentre fuori c'è la luna o forse il sole.
Siamo campioni di parole ed esaltazioni,
siamo i migliori tra milioni di milioni.
Ma tu li conosci quei santoni
che vivono dieci anni su un palo senza mangiare?
Ma tu credi che il rigore
sia solo un calcio da tirare?
Ma tu che sai dribblare tutte queste domande,
perchè non consulti una chiromante
e sciogli i miei dubbi di trionfo,
perchè non spingi la mia galea col vento in poppa,
perchè non mi versi altro vino nella coppa?
02 luglio 2007
Se questo è amarti ancora
Scorre un'altra uscita
su quest'autostrada
e vedo il tuo volto
sull'ennesimo manifesto.
Ho capito che non è mai presto
e tu sei il mio troppo tardi:
se questo è amarti ancora,
non lo so
però intanto
cola dalla mia fronte
un altro pezzo di vita.
Oggi mi taglio le unghie,
oggi mi prendo cura di me
ma chissà perchè i miei occhi
non affrontano il retrovisore.
Amore dicevi,
amore donavi,
amore chiedevi
e poi
questi giorni che passano
come bianchi caldei
che fan la corte alla sorte
ma non ci azzeccano mai.
su quest'autostrada
e vedo il tuo volto
sull'ennesimo manifesto.
Ho capito che non è mai presto
e tu sei il mio troppo tardi:
se questo è amarti ancora,
non lo so
però intanto
cola dalla mia fronte
un altro pezzo di vita.
Oggi mi taglio le unghie,
oggi mi prendo cura di me
ma chissà perchè i miei occhi
non affrontano il retrovisore.
Amore dicevi,
amore donavi,
amore chiedevi
e poi
questi giorni che passano
come bianchi caldei
che fan la corte alla sorte
ma non ci azzeccano mai.
26 giugno 2007
Oggi non ho voglia
Oggi non ho voglia.
Me ne sto qui
seduto sulla soglia
d'un lunedì estivo,
scrivo qualche frase
spoglia e senza stile:
anche lasciarmi morire
mi stanca.
Oggi non amo e non mi doglio
e anche questa rima è soltanto
calamaio sbrodato su un foglio.
Me ne sto qui
seduto sulla soglia
d'un lunedì estivo,
scrivo qualche frase
spoglia e senza stile:
anche lasciarmi morire
mi stanca.
Oggi non amo e non mi doglio
e anche questa rima è soltanto
calamaio sbrodato su un foglio.
19 giugno 2007
Amor quasi cortese
Una poesia sulle tue gambe
o sul tuo naso alla francese:
non è l'amor cortese
ma son mutati i tempi
perciò prendi quello che viene:
non so se è un bene o un male
lodare una donna
senza volerla possedere,
non lo so e non lo voglio sapere...
una poesia sul tuo seno,
sulla geometria del tuo sedere.
o sul tuo naso alla francese:
non è l'amor cortese
ma son mutati i tempi
perciò prendi quello che viene:
non so se è un bene o un male
lodare una donna
senza volerla possedere,
non lo so e non lo voglio sapere...
una poesia sul tuo seno,
sulla geometria del tuo sedere.
14 giugno 2007
Esitazioni da niente
Esitazioni da niente,
il mondo non consente
inter-
ruzioni
e tu mi parli solo di buoni motivi
e di belle intenzioni.
Senti,
piove,
è un bel momento:
siamo fatti di acqua, di cuore e di vento.
il mondo non consente
inter-
ruzioni
e tu mi parli solo di buoni motivi
e di belle intenzioni.
Senti,
piove,
è un bel momento:
siamo fatti di acqua, di cuore e di vento.
03 giugno 2007
La solitudine di un genio
Tre e mezza
di un sabato che piove,
non chiedermi prove
che non ne so dare:
forse sono stato io a sparare
ma ho sbagliato mira,
gira la sfera di cristallo
e il pappagallo ripete un nome:
ci sono persone che non scompaiono,
restano appese a quadri ed impronte
con un buco in fronte
che fa trapelare aria e pensieri.
Ora dimmi tre desideri,
anzi tre e mezzo
così il quarto lo spezzo
e me ne tengo metà
poi va
e non voltarti:
la solitudine di un genio
vive solo di scarti.
di un sabato che piove,
non chiedermi prove
che non ne so dare:
forse sono stato io a sparare
ma ho sbagliato mira,
gira la sfera di cristallo
e il pappagallo ripete un nome:
ci sono persone che non scompaiono,
restano appese a quadri ed impronte
con un buco in fronte
che fa trapelare aria e pensieri.
Ora dimmi tre desideri,
anzi tre e mezzo
così il quarto lo spezzo
e me ne tengo metà
poi va
e non voltarti:
la solitudine di un genio
vive solo di scarti.
01 giugno 2007
L'orientamento del maiale
Il senso d'orientamento del maiale
ha una sua ragione nel mondo animale.
Stiamo tutti cercando una stella polare:
che sia in cielo o nel fango
la stiamo ancora cercando.
ha una sua ragione nel mondo animale.
Stiamo tutti cercando una stella polare:
che sia in cielo o nel fango
la stiamo ancora cercando.
16 maggio 2007
Quante botte
Don Chisciotte
quante botte
quante epiche cosette
mentre imbianca il tuo pizzetto
mentre il sole scende e sale
mentre un vento drago marcio
fa marciare nuove pale
quante botte
quante epiche cosette
mentre imbianca il tuo pizzetto
mentre il sole scende e sale
mentre un vento drago marcio
fa marciare nuove pale
07 maggio 2007
Primi di Maggio
Si ripetono violacei
i primi giorni di Maggio
mentre un raggio di sole
s'affaccia stranito
sul selciato bagnato di pioggia:
c'è chi sfoggia un vestito leggero,
chi invece è più infreddolito
e giorni tumefatti,
ferite d'infinito
che qualcuno ha violentato.
Attento:
se cogli un fiore dal prato muore,
se cogli un fiore perde il suo colore.
i primi giorni di Maggio
mentre un raggio di sole
s'affaccia stranito
sul selciato bagnato di pioggia:
c'è chi sfoggia un vestito leggero,
chi invece è più infreddolito
e giorni tumefatti,
ferite d'infinito
che qualcuno ha violentato.
Attento:
se cogli un fiore dal prato muore,
se cogli un fiore perde il suo colore.
30 aprile 2007
Il mare non è lo stesso
Ma il mare
adesso
non è più lo stesso:
anche se ti sembra azzurro,
a volte calmo,
a volte mosso.
Guardo le navi passare
da questo porto
e il ricordo delle sirene
mi riempie le orecchie,
le stecche da biliardo
ed un cuore bastardo
che pompa e sbuffa.
Ma il mare
adesso
non è più lo stesso:
anche se ti sembra azzurro
è solo una truffa.
adesso
non è più lo stesso:
anche se ti sembra azzurro,
a volte calmo,
a volte mosso.
Guardo le navi passare
da questo porto
e il ricordo delle sirene
mi riempie le orecchie,
le stecche da biliardo
ed un cuore bastardo
che pompa e sbuffa.
Ma il mare
adesso
non è più lo stesso:
anche se ti sembra azzurro
è solo una truffa.
18 aprile 2007
Ala infinita
Poi (e dopo poi non so cosa)
finimmo davanti ad un cancello
e tu facesti quello che le cicale d'aprile
cantarono di fare.
Vidi la luna versare gocce d'oro,
un gatto bianco passeggiare
e la paglia bruciare in un attimo
(solo tanto dura il sogno?)
Ora le cose insistono a passare di fianco
a un mago stanco
che di gigli e conigli
non riconosce più il bianco
e poi
tanto cosa importa:
nessuna porta s'è mai aperta,
nessuna porta s'è mai chiusa:
Dio riposa sull'ala infinita
d'una farfalla gialla
alla vana ricerca d'un fiore
e ogni petalo che cade
è colore e rumore
e nulla più.
finimmo davanti ad un cancello
e tu facesti quello che le cicale d'aprile
cantarono di fare.
Vidi la luna versare gocce d'oro,
un gatto bianco passeggiare
e la paglia bruciare in un attimo
(solo tanto dura il sogno?)
Ora le cose insistono a passare di fianco
a un mago stanco
che di gigli e conigli
non riconosce più il bianco
e poi
tanto cosa importa:
nessuna porta s'è mai aperta,
nessuna porta s'è mai chiusa:
Dio riposa sull'ala infinita
d'una farfalla gialla
alla vana ricerca d'un fiore
e ogni petalo che cade
è colore e rumore
e nulla più.
03 aprile 2007
Infinito preambolo
E' il postumo d'un bambino indifeso
il leggero peso che mi curva la schiena,
il dondolio allegro d'un altalena,
la rena sottile sul ciglio del mare
e quell'intelletto quasi artificiale
che mi faceva stare in disparte
a guardare le carte degli altri
senza giocare,
senza incrociare sguardi complici:
ogni autunno ha il suo vento,
ogni foglia ha i suoi vortici,
ogni gemma fiorita è soltanto un preambolo:
la mia ombra è l'inchiostro
d'un bambino in un angolo.
il leggero peso che mi curva la schiena,
il dondolio allegro d'un altalena,
la rena sottile sul ciglio del mare
e quell'intelletto quasi artificiale
che mi faceva stare in disparte
a guardare le carte degli altri
senza giocare,
senza incrociare sguardi complici:
ogni autunno ha il suo vento,
ogni foglia ha i suoi vortici,
ogni gemma fiorita è soltanto un preambolo:
la mia ombra è l'inchiostro
d'un bambino in un angolo.
22 marzo 2007
Freddo di Marzo
Freddo di Marzo,
quarzo a primavera:
vendo praterie di frontiera
a poco prezzo
e il vezzo di mille cortigiane
a belle dame di periferia.
Stasera ho scolato una bottiglia
sincera e generosa:
mi chiedeva chi,
mi chiedeva per cosa,
alla fine è diventata
vuota e noiosa
come questo gelo marzolino,
lungo parente d'autunno,
corteo funebre d'un fiore neonato:
avrei dato tutto per un tratto di sole
ma c'è solo lutto e reclinare di viole.
quarzo a primavera:
vendo praterie di frontiera
a poco prezzo
e il vezzo di mille cortigiane
a belle dame di periferia.
Stasera ho scolato una bottiglia
sincera e generosa:
mi chiedeva chi,
mi chiedeva per cosa,
alla fine è diventata
vuota e noiosa
come questo gelo marzolino,
lungo parente d'autunno,
corteo funebre d'un fiore neonato:
avrei dato tutto per un tratto di sole
ma c'è solo lutto e reclinare di viole.
08 marzo 2007
A nascondino
Con il sonno aggrappato agli occhi
inseguo sogni perfetti
ma la mia corsa ha troppi difetti
e scivolo tra il mandorlo e il mandolino;
sono un bambino,
pantaloncino corto e berretto:
giochiamo a nascondino?
Scommetto che non mi trovi,
scommetto che non mi prendi:
conta le tue stelle e i tuoi gradini,
poi cercami
alla foce di fiumi già asciutti,
libero per me,
libero per tutti.
inseguo sogni perfetti
ma la mia corsa ha troppi difetti
e scivolo tra il mandorlo e il mandolino;
sono un bambino,
pantaloncino corto e berretto:
giochiamo a nascondino?
Scommetto che non mi trovi,
scommetto che non mi prendi:
conta le tue stelle e i tuoi gradini,
poi cercami
alla foce di fiumi già asciutti,
libero per me,
libero per tutti.
04 marzo 2007
Eclissi di luna
Per te e come te:
nella solitudine dell'arte,
parte d'un riflesso coperto,
confondersi di fragilità.
Sai già come andrà a finire?
Si muore con la luce e con la tenebra:
ogni amore celebra nella sua fine
l'eternità.
Per te e come te:
rossa,
commossa.
A volte si torna a splendere
ma c'è una lacrima in bilico
che non vuole mai scendere.
nella solitudine dell'arte,
parte d'un riflesso coperto,
confondersi di fragilità.
Sai già come andrà a finire?
Si muore con la luce e con la tenebra:
ogni amore celebra nella sua fine
l'eternità.
Per te e come te:
rossa,
commossa.
A volte si torna a splendere
ma c'è una lacrima in bilico
che non vuole mai scendere.
20 febbraio 2007
A tradire se stessi
In fondo che male c'è
a tradire se stessi?
Il carnevale è un tempo di compromessi:
se potessi metterei una maschera
da uomo vero
e, falsamente sincero,
vivrei sempre con te.
In fondo
non c'è niente di male
in un banale incrocio di ipocrisia:
anche l'amore ha un che di leggero
uno scherzo, un coriandolo e poi vola via.
a tradire se stessi?
Il carnevale è un tempo di compromessi:
se potessi metterei una maschera
da uomo vero
e, falsamente sincero,
vivrei sempre con te.
In fondo
non c'è niente di male
in un banale incrocio di ipocrisia:
anche l'amore ha un che di leggero
uno scherzo, un coriandolo e poi vola via.
13 febbraio 2007
Unghie spezzate
Ancora rosicchi le unghie
eppure sei grande
e fai discorsi seri
d'impegno, lavoro,
speranze di maternità;
ancora parli
ma hai già le dita verso la bocca:
tradisci il tuo nervosismo,
la tua falsa sicurezza
e mentre si spezza l'ennesima unghia
ascolto la tua lunga confessione
che ti gira sul ventre
come un cerchio d'hula hoop.
Ti lascerò col tuo peso
ma ti sentirai sollevata:
la vita va graffiata,
fatta sanguinare,
qualche unghia rotta
significa lottare.
eppure sei grande
e fai discorsi seri
d'impegno, lavoro,
speranze di maternità;
ancora parli
ma hai già le dita verso la bocca:
tradisci il tuo nervosismo,
la tua falsa sicurezza
e mentre si spezza l'ennesima unghia
ascolto la tua lunga confessione
che ti gira sul ventre
come un cerchio d'hula hoop.
Ti lascerò col tuo peso
ma ti sentirai sollevata:
la vita va graffiata,
fatta sanguinare,
qualche unghia rotta
significa lottare.
05 febbraio 2007
Che sono triste
Mi hanno detto che sono triste
e che esiste la felicità:
sta nelle cose semplici,
nell'arrendersi all'evidenza,
nell'adattarsi alla realtà.
Guardano il mio elmetto
e le mie bombe a mano,
pensano a com'è strano
un soldato in città,
uno che combatte inutilmente
per valori da niente
mentre un mondo accogliente
ed un morbido sofà
hanno già pronta la forma del sedere.
Mi hanno detto che sono triste
come una mosca in un bicchiere
ma il mio sangue è whisky
e mi verso da bere.
e che esiste la felicità:
sta nelle cose semplici,
nell'arrendersi all'evidenza,
nell'adattarsi alla realtà.
Guardano il mio elmetto
e le mie bombe a mano,
pensano a com'è strano
un soldato in città,
uno che combatte inutilmente
per valori da niente
mentre un mondo accogliente
ed un morbido sofà
hanno già pronta la forma del sedere.
Mi hanno detto che sono triste
come una mosca in un bicchiere
ma il mio sangue è whisky
e mi verso da bere.
26 gennaio 2007
C'era proprio bisogno
C'era proprio bisogno della pioggia:
incoraggia la malinconia.
Bevo un liquido rosso e amarognolo,
penso ai gatti sulla via
che non hanno bisogno di case,
che non hanno nulla di umano,
intruglio di streghe,
orgoglio di qualche merlino.
Già,
c'era proprio bisogno della pioggia,
nel casino di questi battiti animali,
nere ali di cormorano,
goccia su goccia a ripulire i viali,
a benedire me che ancora ti amo.
incoraggia la malinconia.
Bevo un liquido rosso e amarognolo,
penso ai gatti sulla via
che non hanno bisogno di case,
che non hanno nulla di umano,
intruglio di streghe,
orgoglio di qualche merlino.
Già,
c'era proprio bisogno della pioggia,
nel casino di questi battiti animali,
nere ali di cormorano,
goccia su goccia a ripulire i viali,
a benedire me che ancora ti amo.
19 gennaio 2007
Dopo le cinque
Dopo le cinque
nessuno mi convince
che il cuore è uguale a prima,
la sera tracima e concima il cielo di opache stelle,
ritorno a tutte quelle cose che ho perduto
ridefinisco i contorni dei giorni passati,
ricalco di rosso le ferite
e le vite degli altri guardo da lontano.
Dopo le cinque
siamo diversi,
persi in vaghi tramonti
con romanzi d'amore
che si sfaldano tra le dita
ed il tè amaro
più amaro di tutta la vita.
nessuno mi convince
che il cuore è uguale a prima,
la sera tracima e concima il cielo di opache stelle,
ritorno a tutte quelle cose che ho perduto
ridefinisco i contorni dei giorni passati,
ricalco di rosso le ferite
e le vite degli altri guardo da lontano.
Dopo le cinque
siamo diversi,
persi in vaghi tramonti
con romanzi d'amore
che si sfaldano tra le dita
ed il tè amaro
più amaro di tutta la vita.
15 gennaio 2007
Ridipinta da cima a fondo
Ridipinta da cima a fondo,
il biondo dei capelli
e quello degli stivali:
forse vali oro,
forse vale niente
ma è divertente scrivere per te,
un diversivo liquido,
una birra chiara,
una giara di vino bianco:
quando sarò stanco
sarai già andata via
ma l'ultima sorsata,
evaporata, sarà mia.
il biondo dei capelli
e quello degli stivali:
forse vali oro,
forse vale niente
ma è divertente scrivere per te,
un diversivo liquido,
una birra chiara,
una giara di vino bianco:
quando sarò stanco
sarai già andata via
ma l'ultima sorsata,
evaporata, sarà mia.
08 gennaio 2007
Guerriglia rivoluzionaria
Entro i limiti di questa guerriglia,
sulla proda di ciglia bagnate
in giorni spesi ad aspettare serate,
appuntamenti con occasioni mancate:
il calendario non è fatto di date,
il mio binario ha rotaie rimate
e la parola scivola tra ritorni ed andate
cercando invano consolazione
tra barbe, fucili e rivoluzione.
sulla proda di ciglia bagnate
in giorni spesi ad aspettare serate,
appuntamenti con occasioni mancate:
il calendario non è fatto di date,
il mio binario ha rotaie rimate
e la parola scivola tra ritorni ed andate
cercando invano consolazione
tra barbe, fucili e rivoluzione.
02 gennaio 2007
007
007, segreto dell'avvenire:
tutte queste fattucchiere
hanno lo stesso parrucchiere.
Non ho bisogno di polonio
nè di particolari licenze:
il domani muore da sè,
come i fiori che ti ho dato
e non hai innaffiato mai,
come il sole che hai dipinto
su qualche stinto sfondo
di teatro,
o forse era un mondo
ma già recitato.
tutte queste fattucchiere
hanno lo stesso parrucchiere.
Non ho bisogno di polonio
nè di particolari licenze:
il domani muore da sè,
come i fiori che ti ho dato
e non hai innaffiato mai,
come il sole che hai dipinto
su qualche stinto sfondo
di teatro,
o forse era un mondo
ma già recitato.
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