Poi (e dopo poi non so cosa)
finimmo davanti ad un cancello
e tu facesti quello che le cicale d'aprile
cantarono di fare.
Vidi la luna versare gocce d'oro,
un gatto bianco passeggiare
e la paglia bruciare in un attimo
(solo tanto dura il sogno?)
Ora le cose insistono a passare di fianco
a un mago stanco
che di gigli e conigli
non riconosce più il bianco
e poi
tanto cosa importa:
nessuna porta s'è mai aperta,
nessuna porta s'è mai chiusa:
Dio riposa sull'ala infinita
d'una farfalla gialla
alla vana ricerca d'un fiore
e ogni petalo che cade
è colore e rumore
e nulla più.
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