Tre passi
nella notte
gridando il nome di persone lontanissime,
tre passi
tra le prossime lune
mentre la neve forma dune bianche
che nulla scalfisce.
Chi non capisce il gelo
forse vive meglio:
si lascia coccolare
da un calore artificiale,
fatto di luci e vademecum per l'oblio.
Io
sto congelando,
il volto bianco e il sangue solidificato,
io ho sbagliato mondo,
ormai non lo nascondo più.
Aghi di neve aguzza,
non c'è pietruzza che accenda una stella:
Dio, com'è bella questa notte
d'argento e di botte al cuore,
di gelo e dimenticanza,
Dio, come si vive
quando non si vive abbastanza.
2 commenti:
Whe belin è proprio forte sta poisiola, ma hai mai pensato di pubblicarle, no perchè per me sono proprio belle, mica come quei testi di quel pirletta del tuo amico che non sa fare niente....
Ma va là che sei bravo
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