In questa mattina di nebbia francescana
una fiumana di note bianche sale dalla belletta:
non c'è fretta di guarire,
voglio stare ancora col mio male
a guardare i santi trapassare,
i dannati arrancare nei pressi di un binario
e le dive da calendario sfiorire,
spettatore decadente
di un niente che diviene e si disfa,
riconquista fragile d'uno spirito arroccato,
peccato veniale liso e consumato.
Sono un malato su una sedia a dondolo
e mentre il mondo oscilla e ruota
contemplo la mia vuota misura
tra un paio di sandali e un saio,
basiliche immense
e un ubertoso vendemmiaio.
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