che bisogno c'era di partorirmi bianco
e di lasciarmi naufragare
sulla costa dell'anima più occidentale?
Fammi tornare indietro
a toccare la notte che hai disegnato per me
come se non ci fosse più bisogno del sole,
fammi sentire l'amore
che troppa sagacia ha raffreddato
e quei baci silenti
su questa bocca che invano ha parlato,
in questo prato di gigli di campo
che non lascia scampo alla foresta.
Madre nera,
lascia che io appoggi la testa
e mi addormenti
prima che diventino troppo taglienti
i ragionamenti di intelligenti profeti,
lasciami morire sul tuo seno
nel tentativo estremo
di credere di avere vissuto
con quell'istinto già estinto
che non ho mai ricevuto.